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Siracusa,rilancio del polo industriale, se n’è parlato al convegno CISL

“Un tavolo unico per una fase storica nuova di rilancio del polo industriale poggiando sulle tre grosse opportunità da cogliere: il rifinanziamento, con la rimodulazione dei fondi europei, dell’Accordo di programma; l’ok al rigassificatore, seppur con le prescrizioni che ci auguriamo guardino alla realizzazione dell’impianto e non siano un fatto tattico; le nuove potenziali produzioni su Siracusa”.

Si rivolge alla politica e alle istituzioni, alle quali chiede “maggiori certezze” Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl siciliana, intervenendo all’attivo provinciale della Femca siracusana tenuto ieri mattina nel salone dell’Open Land.

Il leader cislino, insieme al segretario regionale dei chimici Franco Parisi, al segretario della UST Paolo Sanzaro e al segretario della Femca provinciale Sebastiano Tripoli, invoca una svolta storica per il rilancio della zona industriale siracusana coniugando gli obiettivi e gli interessi comuni che vanno “dalla bonifica ambientale al rilancio della qualità degli investimenti in una fase duratura e, quindi, alla stabilizzazione dell’occupazione”.

“Questo deve guardare la politica – aggiunge Bernava -, deve fare fronte comune e non usare e guardare a queste opportunità per tatticismi che si riconducono ad una logica di consensi”.
Alle difficoltà del momento si aggancia anche Paolo Sanzaro che richiama il senso di responsabilità più volte sollecitato dalla Cisl siracusana. “Il Tavolo permanente sul lavoro, insediato pochi giorni fa, è una prima azione – sottolinea il segretario provinciale – adesso serve continuare per incentivare gli investimenti e alimentare l’occupazione.

Noi abbiamo dato la disponibilità a lavorare, tocca alla politica, al governo regionale, attuare concretamente quei passi necessari a rilanciare un polo, quello industriale, che è ancora la parte trainante del valore aggiunto di questa provincia. Una zona che resta inserita in un piano strategico di possibili investimenti da allargare a tutti gli altri settori produttivi”:

Il 2010 tracciato nella sua relazione dal segretario generale della Femca Siracusa, Sebastiano Tripoli, resta un bilancio pesantissimo sotto il profilo occupazionale; “i numeri già importanti da bollettino di guerra – sottolinea – sono stati ulteriormente alimentati dai tanti lavoratori che quotidianamente vengono espulsi dal mondo del lavoro.
Certo – dice ancora Tripoli – ci rendiamo conto che vi sono categorie di lavoratori sui quali la crisi ha impattato in maniera più forte, cito ad esempio i cugini metalmeccanici a cui va tutta la nostra solidarietà e per i quali ci auguriamo si possano trovare al più presto condizioni e soluzioni di maggiore stabilità, ma è il settore che rappresentiamo quello dal quale devono arrivare le risposte più urgenti se veramente si vuole avviare un vero processo di rilancio.

Gli strumenti ci sono; mi riferisco all’accordo di programma per la chimica di Priolo. Un accordo che aveva nelle intenzioni quello di compensare le razzie che l’Eni in modo particolare stava compiendo a Priolo. Basti pensare alle tante chiusure di impianti strategici quali l’ossido di propilene, il cloro soda ed anche gli impianti ceduti alla Dow e via dicendo; tra diretti ed indotto si sono persi circa mille posti di lavoro nell’ultimo quinquennio. Inaccettabili se pensiamo a quel piano di investimenti tra pubblico e privato che vale parecchie centinaia di milioni di euro che non si riescono a sbloccare tanto per demeriti politici quanto per mancanza di progetti realizzabili sul campo.”

E proprio a questi investimenti torna con forza Maurizio Bernava sottolineando che “devono qualificare l’intero sistema industriale attorno ad un polo che non è più solo chimico ma un grande polo energetico d’eccellenza.

Serve –ha  concluso il segretario generale della Cisl siciliana – un sistema per la qualificazione imprenditoriale, regole certe d’azione che serviranno a qualificare gli investimenti dell’indotto e, di conseguenza, la qualità del lavoro. Solo così finiranno questi conflitti alimentati, spesso, da questi appalti al ribasso che creano concorrenza sleale tra le aziende e ricadono sul sistema produttivo e sullo stesso lavoro.”


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