Il Comune di Siracusa dichiara guerra all’Ortigia: causa per risarcimento danni

Il Comune di Siracusa ha deciso di far causa al circolo canottieri Ortigia per recuperare il presunto credito dell’amministrazione da parte della società che gestiva la Cittadella dello Sport. E per questo ha dato incarico all’avvocato Gianluca Rossitto, che già difende l’ente in altra causa contro la stessa società, per il rimborso delle spese sostenute per le utenze e per il risarcimento dei danni rilevati in occasione della riconsegna dell’immobile oltre che per ottenere la restituzione dei canoni percepiti successivamente alla rescissione del contratto. La somma deve ancora essere quantificata, ma la causa sembra essere simile a quella affidata 2 anni fa all’avvocato Giuseppe Polara e di cui in seguito si sono perse le tracce.

Nel 2020 infatti il Comune aveva chiesto oltre mezzo milione di euro (554.294,92 per la precisione) per riavere indietro le utenze (acqua, luce e gas) pagate in vece del gestore. Che al tempo contestava le previsioni di spesa chiedendo di rivedere i parametri economici della convenzione.

Il legale incaricato aveva redatto una relazione consegnandola all’ente, contestata dal circolo canottiere, secondo cui le utenze nei primi 3 anni sarebbero da suddividere al 50% tra le parti. L’allora presidente Valerio Vancheri (oggi è l’ex pallanuotista biancoverde Martino Abela) aveva sottolineato di aver documentato come, rispetto al piano economico del Comune in cui era prevista una riqualificazione degli impianti pari a un milione di euro, la somma effettiva fosse invece di circa 2,5 milioni. Per questo avevano chiesto all’amministrazione comunale la possibilità di riequilibrare gli aspetti economici e finanziari del progetto e della gestione degli impianti. Invano, la pace è poi finita e la Cittadella riconsegnata al Comune che la gestisce tra mille difficoltà.

E adesso l’amministrazione vuole farsi risarcire presunti danni o inadempimenti per omessa manutenzione e per riavere indietro le somme per utenze anticipate e dai canoni che l’Ortigia avrebbe continuato a perseguire anche dopo la rescissione del contratto.