In tendenza

“A Priolo e Melilli una politica vecchia e miope, ancora orientata sul petrolchimico”: Auteri invita allo sviluppo turistico e culturale

"Assieme a uno sviluppo ecosostenibile della zona industriale, agganciandoci alla transizione energetica e ai fondi del Pnrr, è possibile immaginare la valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e turistico che in questi anni è stato male utilizzato"

“Il 49% del Pil della provincia di Siracusa si basa sulla zona industriale, lo abbiamo ereditato pur avendo in contrapposizione un patrimonio turistico e culturale enorme, invidiabile e spiagge importanti. La scelta politica negli anni ’60 fu di puntare all’incremento di posti di lavoro a discapito di un territorio danneggiato irreparabilmente, ma erano altri tempi. Negli ultimi 20 anni, però, Priolo e Melilli non hanno avuto alcun criterio per uno sviluppo che possa considerarsi nuovo. A Priolo, dopo 10 anni di amministrazione Rizza, si è assistito alla creazione di attività e posti di lavoro, ma nel 2022 c’è ancora chi sogna di andare a lavorare al Petrolchimico. Questo denota, da parte della politica, una visione non turistica ma industriale di quella che deve essere la vita e il futuro dei giovani. Il problema è quindi anche riferito ai sindaci Pippo Gianni e Giuseppe Carta che oggi non mostrano alcuna idea di sviluppo del patrimonio turistico e culturale nonostante un Piano spiagge in realtà progettato da Antonello Rizza”. A parlare della gestione culturale e ambientale dei Comuni di Priolo e Melilli è Carlo Auteri, imprenditore culturale.

“Si è tornati a una politica fallimentare che non sfocia in alcuna altra visione che non sia quella industriale – si legge in una nota – Priolo e Melilli potrebbero collegarsi a Siracusa, Sortino e Pantalica e studiare un Piano condiviso di promozione territoriale e invece il risultato è una politica miope che si dedica alla sola zona industriale. Forse qualcuno non capisce che non si rigenererà e, se un giorno dovesse chiudere, sarà un problema ormai irrisolvibile. Assieme a uno sviluppo ecosostenibile della zona industriale, agganciandoci alla transizione energetica e ai fondi del Pnrr, è possibile immaginare la valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e turistico che in questi anni è stato male utilizzato. Il connubio è possibile ma bisogna puntare sul progressivo abbattimento dello sfruttamento delle risorse fossili con relativa transizione energetica per un futuro più green ed ecosostenibile che passi da un’industria diversa e da un turismo accessibile”


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni