Intervista con il presidente del Consiglio comunale di Siracusa Alessandro di Mauro

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Non spegnete i riflettori, Siracusa può continuare a essere quella vista con Dolce & Gabbana

La nostra città, o meglio il centro storico della nostra città si vende da solo. E se a questa componente aggiungi il gusto e l’alta moda di Dolce & Gabbana il risultato non può che essere quello che abbiamo vissuto e che ci ha lasciati ammaliati

Un capolavoro di organizzazione da parte di Dolce e Gabbana, di marketing per Siracusa e per il suo sindaco. Se dovessimo ridurre ai minimi termini cos’è stato l’evento che per alcuni giorni ha paralizzato ed emozionato Siracusa, forse potremmo farlo con queste poche parole. Perché diciamocelo pure: la nostra città, o meglio il centro storico della nostra città (insieme con il parco della Neapolis) si vende da solo. E se a questa componente aggiungi il gusto e l’alta moda di Dolce & Gabbana il risultato non può che essere quello che abbiamo vissuto e che ci ha lasciati ammaliati da venerdì scorso. Un palcoscenico naturale e architettonico, un teatro all’aperto pronto per ospitare questa kermesse con i suoi grandi ospiti internazionali.

Un risultato che, di fatto, dovrebbe aver convinto anche i pochi scettici. E un risultato che al contempo dovrebbe farci riflettere su quello che Siracusa potrebbe essere, ma purtroppo – tolte rare eccezioni come questa – non è. Una meta turistica internazionale non solo “mordi e fuggi”, ma anche di alto livello. Anche se è vero che negli ultimi anni molti vip internazionali (Mick Jagger docet) apprezzano sempre più questo lembo di terra bistrattato da chi lo vive. Perché è vero, i disservizi, la sporcizia, la mobilità (in)sostenibile, le beghe di paese fino a ieri e da domani sono il nostro pane quotidiano. L’evento d’alta moda, forse, può lasciarci come sprone (e come visione) il fatto che esiste un’altra città, quella incredibilmente bella e attraente, quella che amiamo e ripostiamo sui social in continuazione perché siamo orgogliosi di essere suoi cittadini.

La speranza è quindi che da domani, da quando i riflettori si spegneranno e le star internazionali migreranno verso altri lidi, si possa ripartire da questo orgoglio. Un compito che in primis compete a Francesco Italia, il sindaco che ha avuto il merito di portare a Siracusa questo evento. Da domani è realmente tempo di pedalare, non solo perché si è ormai all’ultimo anno di mandato, ma perché questa settimana può essere una base solida per una nuova città. Che però necessita di cambiare volto, di abituarsi al bello, di essere più civile, rispettosa e servita.


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