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Rappresentazioni classiche, i protagonisti di Fedra: “temi attuali, crediamo all’empatia con il pubblico”

Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide, diretto del regista scozzese Paul Curran nella traduzione dal greco di Nicola Crocetti

Alessandra Salamida e Riccardo Livermore sono belli, giovani e pieni di grinta. Pronti a portare sul palco un gran lavoro dietro le quinte fatto non solo di studio del testo ma anche, e soprattutto, di dialoghi e movimento quasi “fuori dagli schemi” con il preciso intento di far trasparire la parte più intensa, umana e sincera dei personaggi, così come i due professionisti tengono a precisare ai microfoni di SiracusaNews.

Occhio sociale, mancanza di comunicazione e salute mentale come archetipi che da quel lontano V secolo a.C. vengono tramandati. Di generazione, in generazione. E quest’anno sono i temi al centro della tragedia Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide, diretto del regista scozzese Paul Curran nella traduzione dal greco di Nicola Crocetti, in scena al Teatro greco di Siracusa da sabato 11 maggio.

Tutti, probabilmente, siamo incastrati da sempre in questi schemi mentali che, però, nel 2024 Paul Curran annuncia di portare in scena con un approccio diverso. Un punto di vista di un professionista straniero che si approccia a profonde radici locali, in una Terra che non è sua, ma che ammira profondamente.

“Il suono della vostra lingua – ha detto in sede di conferenza stampa – a me suona in maniera diversa rispetto a voi, e allora anche il mio approccio alla pronuncia è diverso dal vostro”.

E infatti, con gli attori è stato un vero e proprio esperimento nel segno non solo della lingua, ma soprattutto dell’empatia. “Questo è proprio il nostro punto di forza”, dice Alessandra che interpreterà Fedra. “Questa cosa di sperimentare anche la lingua in gruppo ha formato un gruppo molto unito di attori”, continua Riccardo che sarà Ippolito.

Una Fedra lacerata dal dolore per l’eros represso e da un equilibrio mentale compromesso. “Questa della salute mentale è una cosa che non avevo mai preso in considerazione – spiega Alessandra – è una chiave di lettura di Fedra che mi ha dato il regista. Ed è proprio questa la forza del teatro e, in particolare, di questa tragedia diretta da Curran”. Lo dice parlando anche del suo sogno di interpretare Fedra da quando era ragazzina, e quindi della costante analisi di questo personaggio molto complesso logorato dall’amore per Ippolito.

Un Ippolito al limite del narcisismo. “Eppure io credo che non sia un personaggio del tutto narcisista – afferma Riccardo – Anzi, io vedo Ippolito come un uomo che rimane lontano da una parte della vita sociale”. Sgomberando il campo da possibili letture di un uomo tossico, probabilmente.

Al centro, tra i due, un grande vuoto di comunicazione. Euripide, cosa c’è di più attuale ai tempi dello stigma e del mondo social?


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