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Schifani a Siracusa rifiuta di rispondere alle domande dei cronisti: il monologo del presidente

In occasione della conferenza stampa su Ias e il nuovo ospedale il presidente della Regione è andato su tutte le furie, negando le risposte al collega di Report, Manuele Bonaccorsi

I giornalisti devono poter fare domande e le istituzioni devono (e non dovrebbero) rispondere. E questo il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che ha rappresentato anche la seconda carica dello Stato (presidente del Senato), dovrebbe saperlo bene. Ma il condizionale purtroppo è d’obbligo. In occasione della conferenza stampa indetta oggi pomeriggio in Prefettura a Siracusa, infatti, il governatore regionale non solo ha tenuto una sorta di soliloquio, ma, ancora peggio, ha deciso tempi e modalità della conferenza, impedendo ai tanti cronisti di poter porre tranquillamente le proprie domande.

Andando più nello specifico, Schifani, non ha consentito prima alla collega Carmen Sambito di completare la domanda, per poi andare su tutte le furie e imponendo il cambio di discorso – da Ias al nuovo ospedale – quando il collega di Report, Manuele Bonaccorsi, ha voluto chiedere lumi su due delle domande più importanti sul futuro del depuratore consortile di Priolo: la questione di legittimità del decreto del Governo richiesta del Gip di Siracusa, Salvatore Palmeri, e la posizione sull’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) su cui penderebbe una richiesta di revoca e vedrebbe indagati tre dirigenti regionali.

Perché è bene ricordare che al netto dei proclami, della nomina dell’ingegner Giovanna Picone come commissario per l’attuazione degli interventi per l’adeguamento del depuratore consortile, su quell’impianto vige un’indagine della procura aretusea che contesta un possibile disastro ambientale. E Schifani questo dovrebbe saperlo, anzi lo sa, e anche di questo, essendo la Regione l’azionista di maggioranza di Ias, deve dare risposte. Ancor di più in occasione di una conferenza stampa indetta in un palazzo del Governo come la Prefettura. Questo vuol dire essere istituzionali e rappresentare un’istituzione. Ma Schifani, evidentemente, lo ha dimenticato.


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