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Siracusa, il “caso” del gruppo FdI. Per il segretario generale può restare a due, ma sarà il Consiglio comunale a scegliere

Compete al Consiglio comunale fornire l'interpretazione delle norme valutando - eventualmente - l'opportunità di apportare le modifiche per disciplinare la questione in maniera più chiara e puntuale

“La materia è regolamentata dallo Statuto comunale e dal Regolamento dell’Ente locale, si rappresenta che questo Dipartimento condivide l’avviso espresso compiutamente dal Segretario generale in quanto assolutamente fondato sia nelle premesse sia nelle sue conclusioni”. Il dipartimento regionale delle Autonomie locali ha risposto così alla richiesta di parere sul caso del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

Sono due i consiglieri rimasti dopo la fuoriuscita di Damiano De Simone. Il segretario generale aveva specificato che Paolo Cavallaro e Paolo Romano potessero restare ancora in gruppo in quanto partito candidatosi alle elezioni, l’assessorato regionale Enti locali ha risposto alla richiesta di chiarimenti del presidente del Consiglio condividendo quanto espresso dal segretario generale Danila Costa.

Pur sottolineando che tale parere – regionale – non vincola l’Ente, “che resta libero di non adottare un comportamento ad essi uniforme. Essi rappresentano una “dottrina dell’Amministrazione”, vale a dire l’opinione di una parte e, quindi, possono essere disattesi”.

Il segretario generale è stata chiara: il gruppo di FdI può restare a due a garanzia del principio di rappresentatività della lista, altrimenti si violerebbe “da un lato il principio di rappresentatività della lista in Consiglio comunale e dall’altra la prerogativa del consigliere di non essere condizionato nella permanenza a un gruppo formatosi nella fase iniziale della consiliatura da un vincolo di mandato non contemplato dall’ordinamento”. 

E allora perché il presidente Di Mauro ha scelto di lasciare la determinazione all’aula, chiamata a dare un’interpretazione autentica sul caso? Perché il segretario generale, oltre a rilasciare un parere chiaro ed esaustivo nella sostanza, ha evidenziato che la materia riguardante il funzionamento dei gruppi consiliari è demandata allo statuto e al regolamento. Quindi compete al Consiglio comunale fornire l’interpretazione delle norme valutando – eventualmente – l’opportunità di apportare le modifiche per disciplinare la questione in maniera più chiara e puntuale.

Aspetto non secondario, perché se dovesse sciogliersi il gruppo cambierebbe la disposizione delle commissioni e la composizione della conferenza dei capigruppo. E perché FdI è in opposizione e a questo punto l’atto diventa estremamente politico, inserendosi inoltre in un contesto in cui tra Mpa e Fratelli d’Italia non corre buon sangue.


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