Una coalizione poco coesa e delle scelte, politiche e in campagna elettorale che non hanno funzionato. Il commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Napoli, non risparmia le critiche ai compagni di avventura del centrodestra dopo la sconfitta elettorale di Ferdinando Messina. Una sconfitta che Napoli attribuisce sia alla poca spinta apportata realmente da alcuni big del centrodestra, fin dall’inizio ostili alla candidatura di Messina a sindaco, sia a causa di atteggiamenti da parte di altri partiti e liste, che avrebbero “distratto” il candidato sindaco dal dialogo con la città. Ma anche guardando al futuro, sembra che al momento nel centrodestra ci sia più la volontà di una resa dei conti piuttosto che un tentativo di fare sintesi. Basta vedere come il commissario provinciale del partito di Giorgia Meloni risponde alle domande sulle future elezioni provinciali e sulle rivendicazioni di Mpa per la carica di presidente del Consiglio comunale.
Ma Fratelli d’Italia, nel suo piccolo, può anche vedere il bicchiere mezzo pieno essendo stato il partito (e la lista) più votata in città.
“Siamo molto soddisfatti. Se pensiamo che 5 anni fa eravamo quasi al 3% e oggi siamo vicini al 10 non possiamo non essere soddisfatti, anche perché è la prima volta che siamo in Consiglio comunale e ci siamo con 5 consiglieri.”
Continuando a vedere il bicchiere mezzo pieno, avete più che triplicato il vostro consenso negli ultimi 5 anni e siete il gruppo consiliare più importante all’interno del civico consesso?
“Sicuramente il vento nazionale ci ha aiutato, ma questo risultato è frutto di un percorso lungo e importante fatto negli ultimi anni con adesioni importanti. Abbiamo creato una classe dirigente competente e competitiva e credo che questo risultato possa essere riconducibile al sacrificio fatto in questi 5 anni”.
Ma il bicchiere non è totalmente pieno, visto che voi insieme con la coalizione di centrodestra sostenevate Ferdinando Messina, che, però, è uscito sconfitto dopo il turno di ballottaggio
“Il progetto non si è concretizzato in pieno, volevamo amministrare la città con Ferdinando ma purtroppo non siamo riusciti nel nostro intento”.
Cosa non ha funzionato quindi?
“Il centrodestra unito vince ovunque tranne a Siracusa. Ma c’è un motivo. In effetti l’unità del centrodestra non c’era al primo turno. Se pensiamo all’inizio che nei partiti che hanno sosenuto la coalizione a livello regionale, c’erano due candidati a sindaco che pretendevano la candidatura a sindaco. Ecco che l’unità all’interno di quei partiti viene a frastagliarsi. Bandiera va via, Bonomo in contrapposizione con Assenza va via e nella Lega idem, dove inizialmente Vinciullo e Cafeo vanno via. Ecco che in questo scenario l’unità oggettiva non c’è e quindi si parte con questo passo falso. La partita si giocava al primo turno ma con questo frastagliamento era difficile.”
È vero però che Cafeo e Vinciullo sono rientrati alla base, Bandiera ha fatto una scelta autonoma andando a sostenere Giancarlo Garozzo per poi rientrare al secondo turno.
“Sì, poi c’è stata una grande operazione del presidente Schifani e i simboli sono stati raggruppati nel centrodestra, ma capiamo tutti che chi stava all’interno della coalizione e sosteneva Ferdinando Messina erno quelli che all’inizio non lo volevano. Quindi diciamo che il sostegno effettivo secondo la mia analisi è mancato fin dal primo turno”
Due giorni fa qui è venuto l’onorevole Carta, additato da tanti quale il traditore politico di Messina. Accuse che ha respinto, affermando che è stata la coalizione a non funzionare.
“Secondo me si è data l’immagine alla cittadinanza di questo malessere all’interno della coalizione. Il sostegno è risultato falsato e non c’era secondo me quella propensione quando la maggior parte dei leader dei partiti e delle liste di coalizione inizialmente erano contro questa candidatura”
Andando indietro, allora, non era meglio cambiare candidato o evitare che i leader provinciali dei partiti venissero esautorati dal presidente della Regione?
“Era difficile perché come ho detto prima c’erano 8 persone che si sentivano qualificate e legittimante a essere candidati a sindaco. Fratelli d’Italia non ha mai avanzato alcuna presenza, mettendosi a disposizione della coalizione provinciale e dichiarando fin da subito pronto a fare un passo di lato”
Ma il suo nome, da quello che si dice, veniva fatto con la consapevolezza che non poteva essere quello di un candidato ufficiale, perché Fratelli d’Italia mira a candidare Titti Bufardeci alle prossime elezioni provinciali?
“Queste sono vostre deduzioni ma nel partito non si è mai parlato di questo. Noi abbiamo proposto la nostra candidatura nel caso in cui fosse stata opportuna per dirimere i contrasti in coalizione. Ma questo non è stato possibile perché dal gruppo c’è stata la fuoriuscita dei 4 dell’apocalisse, così come in alcuni partiti qualcuno si è disinteressato contro un candidato che per forza di cose doveva essere deciso dal tavolo regionale”
E allora col senno del poi cosa cambierebbe?
“Nel primo turno non cambierei nulla, perché è stato deciso da Palermo proprio per questi oggettivi contrasti. Poi, qualcuno dice che questa imposizione dall’alto non è piaciuta, e faccio riferimento a Bandiera, ma sono sicuro che se la scelta fosse ricaduta su di lui il metodo sarebbe stato di suo gradimento. Al secondo turno, invece, avrei cambiato tante cose. Noi non siamo stati d’accordo con gli apparentamenti, Ferdinando Messina ha preso gli stessi voti del primo turno e quindi non c’è stato alcun apporto in più. Noi avevamo detto a Ferdinando di apparentarsi con la cittadinanza, anche perché questo valzer di assessorati, ma non faccio riferimento alla lista di Garozzo che non ha chiesto nulla in cambio, ha dato l’impressione di essere tutti contro Ferdinando al primo turno e tutti con Ferdinando per il ballottaggio”.
Può essere quindi che forse tra gli errori più grandi che avete commesso è stato quello di fare una campagna elettorale prettamente politica, senza mai parlare troppo alla città?
“Sì, come ho detto prima avevamo suggerito a Ferdinando di parlare di più alla città senza pensare esclusivamente alla logica dei numeri, perché la rincorsa ai numeri non ha dato il risultato sperato. Però Ferdinando a mio avviso è stato molto stressato e distolto dai contenuti e dall’ascolto alla cittadinanza dall’atteggiamento di alcuni partiti che lo hanno lasciato solo, tranne noi e da Forza Italia che lo abbiamo sempre affiancato e tranquillizzato. Negli altri, invece, ho visto una presenza finalizzata a certi momenti. Per esempio nel momento degli apparentamenti c’è stata una forte presenza di qualche partito che poi è sparito.”
Parliamo di uno dei partiti che si è apparentato?
“No, parlo sempre della coalizione iniziale, come i Popolari e non solo. Io ad esempio non ricordo la presenza dell’onorevole Carta in occasione della chiusura della campagna elettorale di Ferdinando Messina al parco Robinson”
La coalizione e il candidato quindi non erano così uniti? Qualora si dovesse votare tra un anno per le provinciali e Fratelli d’Italia dovesse candidare Titti Bufardeci, senza una coalizione unita rischia di ottenere lo stesso risultato delle amministrative?
“Certo, bisogna pianificare da adesso ed evitare come alle recenti comunali di trovare un candidato a 30 giorni dal voto. Bisogna cambiare totalmente sistema anche se ho già visto qualcuno, come l’onorevole Vinciullo che già rivendica la candidatura per la presidenza della Provincia. Non vedo però la logica politica, visto che il partito non ha raggiunto nemmeno il 5%. Quindi penso che già si stia partendo male”.
Anche l’onorevole Carta, però, ha chiarito che l’eventuale candidatura non spetti di diritto a Fratelli d’Italia.
“Nessuno di noi lo ha detto, anche se il nostro è il primo partito a Siracusa, il primo partito nel collegio provinciale per le regionali e quindi ha un ruolo da protagonista. Ma si deve cambiare il metodo e il sistema perché altrimenti non si va da nessuna parte”
Si potrà avere un candidato entro Natale?
“Quello è l’obiettivo minimo e dobbiamo già lavorarci da adesso”
Oggi si sarebbe dovuto riunire un tavolo provinciale ma a quanto pare è stato rimandato?
“No, per una serie di impegni di partito abbiamo dovuto rimandare. A breve faremo però una riunione di coalizione”
Passando all’attualità, mi pare logico che voi farete una strenua opposizione in Consiglio comunale e visto anche che siete il primo partito e avete 5 consiglieri avete ambizioni volete rivendicare o incidere sulla nomina della presidenza dell’assise. Anche se è bene ricordare che Carta ha già rivendicato la posizione in base ad accordi pre elettorali?
“Idealmente a mio avviso credo che in un ragionamento logico – politico il candidato ideale debba essere Ferdinando Messina. Per quanto riguarda il resto si vedrà, comprese le parole di Carta che non so su quali accordi facciano fondamento perché gli accordi pre elettorali erano in virtù di una vittoria al primo turno. Una volta che si è andati al ballottaggio credo sia cambiato lo scenario, a maggior ragione quando si è anche perso il ballottaggio. Quell’accordo era condizionato alla vittoria al primo turno”
Sulla posizione in aula, presumo la risposta sia ovvia?
“Quello che ci contraddistingue è la coerenza. Noi faremo una strenua ma costruttiva opposizione”
Facendo riferimento a un nostro recente articolo, i telefoni di alcuni dei candidati di Fratelli d’Italia stanno già iniziando a squillare nel senso che c’è già qualcuno che sta cercando di convincerli a passare con l’amministrazione?
“No, finora non ho nessuna notizia in merito. Anzi con i consiglieri ci siamo riuniti e nessuno ha parlato di questo tipo di tentativo. Oltretutto i consiglieri sanno come la pensiamo: siamo un partito con un orientamento e una coerenza, poi nella politica tutto è possibile”
Ultima domanda: la posizione di Impallomeni, assessore designato di Mpa due settimane dopo le dimissioni dal vostro partito ha incrinato i rapporti tra le due liste?
“Mi ha presentato una lettera di dimissioni formali dopo che era stato nominato responsabile del dipartimento agricoltura. Qualche giorno dopo viene designato assessore in quota Mpa, questo in barba rispetto a quanto detto dall’onorevole Carta che chiedeva al presidente Schifani di vigilare in piena campagna elettorale ai cambi di casacca in corsa. Una volta che succede una cosa del genere io non lo avrei proposto come assessore designato, ma questa situazione per noi non ha avuto spiegazioni.”
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