Il Teatro Vasquez riapre al grande pubblico con una “prima” tutta siracusana. Dopo i lavori di ristrutturazione, che sono durati circa un anno, il teatro cambia look ma mantiene il suo nome, anzi aggiunge la denominazione di “Multisala Planet”.
Una grande sala da 600 posti – il tradizionale locale del teatro – rimessa a nuovo, comoda, spaziosa, grande ed una multisala al piano superiore per cinque proiezioni in contemporanea, con servizio di ristorazione al piano. Il tutto curato nell’immagine e nella praticità.
E dunque, nel rinnovato teatro, una prima classica per solennizzare la serata.
Taglio del nastro da parte del Sindaco, saluto del Vice Presidente della Regione Giambattista Bufardeci che lancia l’auspicio di poter riaprire il Teatro Comunale di Ortigia, ringraziamento di Filippo Battaglia che rappresenta la nuova proprietà gestionale e poi la presentazione dello spettacolo da parte di Enrico Di Luciano, Presidente dell’Associazione “Amici dell’Inda”, il sodalizio che ha sponsorizzato la serata.
“Canti e suoni dall’Orestiade”, riduzione teatrale delle tre tragedie messe in scena durante la scorsa stagione del Teatro Greco, è una produzione dell’Inda, nata dall’idea del suo Soprintendente Fernando Balestra che è già stata presentata recentemente a Paestum.
Sicuramente non c’è la solennità della pietra del Teatro Greco ma c’è la bravura delle allieve dell’Inda ed ancor meglio il monologo di Cassandra, interamente cantato dalla straordinaria Jennifer Schittino, sulle musiche composte dal fratello Joe, reduce dagli onori ricevuti all’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Intenso l’impegno di tutti i componenti della compagnia con Maurizio Donadoni, Francesco Alderuccio, Simonetta Cartia , Claudio Mazzenga, Carmelinda Gentile, Davide Sbrogiò, Rita Abela, Valeria Lombardo, Katia Principato, Doriana La Fauci.
Tatiana Alescio ha firmato l’allestimento dello spettacolo.
I tanti applausi hanno confermato il successo dell’iniziativa e della scuola dell’Inda. «E’ finalmente una cosa concreta la scuola siracusana – ha detto il sovrintendente della Fondazione INDA Fernando Balestra a fine spettacolo -, cioè quel miracoloso impasto di musica, canto, gesto, potenza emotiva, che permise a Ettore Romagnoli di intuire e teorizzare un pezzo importante della storia del teatro europeo agli inizi del secolo scorso. Siracusa nel teatro classico, come Limoges nella ceramica, detiene una formula magica, quella deve imparare a difendere e a promuovere. Perché non indica solo il teatro ma la difesa dei valori dell’Occidente».
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